La guerra in Ucraina sta facendo tantissime vittime tra i soldati russi. Molto sono ragazzi alla prima esperienza militare mandati al fronte senza l’addestramento necessario. E molti stanno iniziando a preoccuparsi. Il ministro Sergei Shoigu è sotto accusa. E c’è anche un avvocato di mezzo.
Sembra che tra i militari russi inizi a serpeggiare l’idea di disertare. Lo ha rivelato qualche giorno fa il Washington Post ma anche un giornale dissidente russo, il Meduza, ha confermato che ci sono anche già della cause legali in corso. Il caso è sorto dopo che la Nato ha pubblicato le cifre dei morti russi in questo mese di guerra: tra i 7mila e i 15mila soldati. Numeri molto alti che hanno fatto discutere.
l motivo di tanti decessi è da attribuire al fatto che al fronte sono andati ragazzi molto giovani, alla prima esperienza militare, che non sapevano qual era la missone. Lo ha dovuto ammettere lo stesso Cremlino. Lo scorso 9 marzo, infatti, ha detto che c’è stato un “errore piuttosto grave” e che al fronte a Kiev erano stati inviate delle semplici reclute.
Reclute, appunto. Ragazzi nati quando Putin era già al potere, originari delle zone più rurali e povere della Russia. Arruolatisi non per una vera passione per la vita militare, ne’ per una missione ideale, ne’ per altro. Solo per i soldi, per avere un lavoro e un futuro assicurato. Eppure non sapevano che quel futuro non lo avrebbero avuto comunque, perché sarebbero morti in una guerra insensata in Ucraina.
Intanto, sempre secondo il Washington Post è già cominciata la nuova campagna di reclutamento per questa primavera. E il ministro della Difesarusso Sergei Shoigu ha detto che nessuna delle nuove leve sarà mandata in guerra. Ma le famiglie, dopo quanto successo, non si fidano della rassicurazione del governo e in molti, infatti, sta rifiutando la chiamata.
Secondo la rivista Meduza, almeno 12 militari hanno disertato e sono stati licenziati. A difenderli c’è Mikhail Benyash, avvocato specializzato in affari militari che ha posto una questione scottante per la Russia.
“Se ci fosse un conflitto in corso, o una situazione di emergenza, o la legge marziale, allora i termini contrattuali potrebbero essere cambiati senza il consenso degli interessati, e per 6 mesi. Ma qui non c’è un conflitto, c’è solo una operazione militare speciale. E la legge non prevede niente in merito“.
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Ed ecco il nodo che imbarazza il Cremlino. In Russia è vietato per legge parlare di guerra. Quella in Ucraina è, appunto, una semplice operazione militare e nulla di più. Dunque, come si fa disertare da una non guerra? Pare che all’avvocato Benyash siano arrivate già più di 200 richieste di assistenza legale.
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