Guerra Ucraina, oltre 150 civili uccisi al giorno a Mariupol | “Non ci resta che lasciare la città”

La situazione si aggrava sempre di più in Ucraina, ogni giorno vengono uccisi in media più di 150 civili per mano delle forze armate russe. Il vice sindaco di Mariupol Sergij Orlov ha dichiarato in un’intervista: “Non abbiamo ancora abbastanza armi per proteggere la città dagli attacchi”

Una situazione orrenda che non cessa la sua folle escalation di morti. In Ucraina, fa sapere il vice sindaco di Mariupol, la situazione, purtroppo, è terribile. Muoiono ogni giorno più di 150 civili. 

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Ucraina, oltre 150 civili uccisi al giorno, il monito del vice sindaco di Mariupol (Pixabay)

Durante un intervento su Sky TG24, il vice sindaco di Mariupol Sergij Orlov ha ringraziato i Paesi europei per il sostegno dichiarando però che la Russia continua ad uccide i civili.
“Non abbiamo ancora abbastanza armi per proteggere in modo adeguato le nostre città contro questi pesanti attacchi”.

Guerra Ucraina, oltre 150 civili uccisi al giorno | Situazione terribile a Mariupol

Il vice sindaco Orlov ha spiegato che la città di Mariupol è bloccata senza alcun collegamento esterno da oltre 25 giorni. In questo mese non è stato possibile far arrivare ne farmaci ne beni di prima necessità come acqua e cibo alla gente rimasta in città.

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Guerra Ucraina, oltre 150 morti al giorno a Mariupol, situazione terribile (Pixabay)

“Le truppe russe non ci permettono neanche di seppellire chi ha perso la vita. Coloro i quali sono rimasti in città versano in brutte condizioni, senza acqua, riscaldamento ne elettricità”. 

I cittadini tentano in qualche modo di sopravvivere, andando a caccia di qualcosa da mangiare, cucinando cibo trovato per strada. Mancano alimenti per i bambini, manca l’essenziale per sopravvivere dignitosamente.

La gente s’improvvisa soldato combattendo per strada e formando pseudo truppe cittadine. A Mariupol sono rimasti ancora dai 150mila ai 200mila abitanti. Una stima approssimativa, non è dato sapere con sicurezza quante siano le persone ancora in città.
Orlov aggiunge: “Adesso non sono in città. Se fossi a Mariupol non ci sarebbe possibilità di comunicare”.

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In qualche modo i servizi del municipio cercano ancora di supportare con aiuti di base la popolazione ancora presente. Seppur in modo instabile alcuni ospedali ancora funzionano usando dei generatori alimentati a gasolio per fornire corrente elettrica alle
strutture.

Intanto, le trattative e i negoziati per istituire un corridoio umanitario da Mariupol che possa mettere in salvo le 200mila persone ancora presenti in città continuano tra Russia e Ucraina. Un accordo ci sarà sicuramente anche se la Russia, oggi, non vuole che vengano forniti aiuti o, ancor peggio, aperti corridoi.

Quello che concretamente rimane da fare è evacuare la città.

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