Non perde tempo Novak Djokovic. Il numero uno del tennis mondiale a poche ore dall’udienza del Tribunale in Australia che lo ha riabilitato, torna subito in campo. Nole si allena e dice: “Sono lieto e grato che il giudice abbia annullato la mia cancellazione del visto. Ora voglio provare a vincere”.
Un lungo post su Instagram per ringraziare chi gli ha permesso di tornare libero dopo giorni difficili e bui per via di un visto non regolare secondo le rigide norme del governo australiano in tema di Covid. Eccolo Novak Djokovic sorridente con il suo staff tecnico sul campo a Melbourne.
Il numero uno del tennis mondiale è apparso sereno e sorridente. Sembra in buona forma non perde tempo a prepararsi per uno dei più importanti Grandi Slam della stagione. L’attenzione è tutta per lui, la quiete dopo la tempesta. Questa situazione, intricata ma anche molto chiacchierata, avrà delle conseguenze notevoli – in positivo e in negativo – sulla sua reputazione.
Non mancano i sostenitori del campione internazionale. Basti pensare che in Australia stanno tenendo manifestazioni in suo supporto: Djokovic ha diviso il mondo suo malgrado, Pro Vax da una parte, No Vax dall’altra. Anche se Djokovic prova a spegnere i toni, è così che stanno le cose.
Qualora non dovessero bastare le parole, basta guardare i video da Melbourne: scene da film. Gente in strada che si scaglia contro le Forze dell’Ordine in nome di una libertà che, secondo la piazza, appartiene al campione ma dev’essere allargata a tutti. Neanche lo spray al peperoncino ha dissuaso la folla, ma tutto questo resta – se possibile – in una bolla. Il tennista, ormai, pensa solo ad allenarsi. È lì per un motivo, ha lottato per esserci e non vuole sfigurare.
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Certo, bisognerà capire che ripercussioni avrà tutto questo sul mondo del tennis internazionale: più di una personalità – Nadal in primis – si è scagliata contro il collega. Non è da escludere l’eventualità che alcuni tennisti possano sottrarsi al confronto con Nole per sdegno e frustrazione. La sensazione che, secondo determinati esponenti della terra rossa, possa aver goduto di privilegi rispetto ad altri è forte. Così come preponderante è il dissenso – che fa il paio con gli apprezzamenti – di una porzione abbastanza ampia di atleti che non si sente rappresentata. La strada da fare è lunga, Djokovic potrà anche giocare, ma questa vicenda non finirà dopo qualche set.
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