Quirinale, Gregorio De Falco a Free.it, “Con Draghi al Colle sarà una semi presidenzialismo, perché…”

Si continua a cercare il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica. Tra positività e quarantene, i parlamentari cercano di creare strategie e provano a trovare un accordo. Ma sembra che nessun nome finora prevalga sugli altri. Per Mario Draghi si moltiplicano i veti e Berlusconi dice che con lui al Quirinale il governo non cadrà. Ancora nulla di fatto, ma si ipotizzano diversi scenari. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Gregorio De Falco, senatore del gruppo misto.

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Quirinale, Gregorio De Falco ha detto a Free.it che con Draghi al Colle sarà una semi presidenzialismo

Sono ore febbrili nei palazzi del potere di Roma dove si fanno trattative, calcoli e discussioni su colei o colui che salirà al Quirinale dopo Sergio Mattarella. Berlusconi ha detto che se diventerà Presidente della Repubblica il governo non cadrà, ma non ha garanzie che non accada. D’altro canto,  su Mario Draghi piovono sempre più veti dai parlamentari, preoccupati dalla inevitabile fine della legislatura. Ma c’è uno scenario alternativo. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il senatore del gruppo misto Gregorio De Falco.

Cosa ne pensa di questi ultimi giorni di trattative per trovare il nuovo Presidente della Repubblica?

“Io credo che i giochi sono ancora tutti da fare a quanto pare, benché ci sia stata una svolta con la dichiarazione fatta da presidente del consiglio Maro Draghi una decina di giorni fa. Nel senso che ci sia adesso una particolare situazione per la quale il Presidente Draghi a ha ben capito di essere indispensabile al Paese e quindi non si tira indietro dall’eventuale candidatura. Io credo che le carte sono ancora tutte in tavola”.

La Candidatura di Berlusconi è una possibilità concreta?

“Io penso che la candidatura di Berlusconi Io credo sia una candidatura per così dire fittizia. Probabilmente tra poco lui farà il bel gesto di tirarsi dietro quindi apparentemente lascerà lo spazio ai candidati veri. E il candidato vero a questo punto probabilmente è soltanto Draghi”.

Se Draghi dovesse diventare Presidente della Repubblica, a quel punto che fine farebbe il governo?

“Credo che in questo scenario, il governo sarebbe retto da una personalità politica. Dovranno far vedere che non si tratta di un prestanome e quindi ci metteranno una personalità che è fortemente connotata come personaggio politico. Io immagino un Franceschini Presidente del Consiglio, o qualcuno che abbia la stessa caratura. Però tutto ciò non toglie, anche in quel caso, che necessariamente sarà un governo diretto dalla Presidenza della Repubblica. E questo non è certo un bel segno”.

Cosa teme?

“In questo modo si arriverebbe a  un semi presidenzialismo senza avere le strutture per questo tipo di Stato. Un semi presidenzialismo in cui per altro non ci sono pesi e contrappesi, controlli. Quindi è abbastanza grave. Personalmente io riterrei meno dannoso il vulnus che si creerebbe con il consolidamento in prassi della rieleggibilità del Presidente, quindi di Mattarella. Un nuovo incarico al presidente Mattarella sarebbe meno dannoso sotto il profilo istituzionale, ma anche pragmatico, perché alla fine Draghi potrebbe continuare a svolgere il lavoro che sta facendo”.

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Quirinale, per Gregorio De Falco i giochi si devono ancora fare

Quindi, lei non vede uno in un candidato o una candidata alternativi a Draghi?

“No, temo di no. Tuttavia, ribadisco che sarebbe meglio, per il Paese e per le istituzioni del Paese se Mattarella si lasciasse convincere a rimanere. Altrimenti il danno istituzionale sarebbe ben maggiore, dal mio punto di vista”.

Domani si saprà la data della prima votazione. Secondo lei alla prima chiama ci sarà un nulla di fatto?

“Questo non lo so,  c’è ancora un po’ di tempo e credo che giochi debbano essere ancora fatti.  Io immagino però, che Draghi auspichi di essere eletto alla prima, con una maggioranza ampia. Forse più ampia di quella che sostiene il governo”.

Lei, a questo punto, voterebbe contro?

“Penso che in caso di elezioni si creerebbe un vulnus istituzionale e questo io non lo auspico per l’Italia”.

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