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Tatuaggi, l’Unione Europea annuncia una rivoluzione: polemiche in rete

Published by
Michele Mastandrea

Una decisione che scatenerà senza dubbio polemiche quella dell’Unione Europea. Dal 4 gennaio 2022 vietati i tatuaggi a colori su tutto il territorio comunitario. Alla base del provvedimento ci sono motivazioni sanitarie.

Tatuaggi, l’Unione Europea annuncia una rivoluzione polemiche in rete

Una notizia sconvolge tutti gli amanti dei tatuaggi. Dal 4 gennaio 2022 saranno vietati gli inchiostri colorati. Il motivo? Un nuovo regolamento approvato dall’Unione Europea, dove il 12% dei cittadini ha un tatuaggio, ha messo al bando l’isopropanolo. Si tratta di un ingrediente che si aggiunge al colore per sterilizzarlo, con effetti in potenza dannosi, capaci di creare irritazione agli occhi, secchezza alla pelle, danni al sistema nervoso e di causare addirittura il cancro.

Gli effetti del regolamento ‘Reach’ colpiranno un settore che in Italia “vale oltre mezzo miliardo di euro“, come riportato da Eugenio Arneodo, rappresentante dell’Associazione Tatuatori.it, sentito dal Corriere della Sera. Un duro colpo per i tatuatori, che mettono nel mirino anche i produttori di colore, incapaci di adeguarsi alle norme approvate dall’Unione Europea.

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Tatuaggi, esclusi due colori dal bando Ue. I motivi

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Gli operatori del settore saranno costretti a buttare via le quantità di prodotto ‘fuorilegge’ e a proseguire solo con il bianco e nero fino a quando le case produttrici di colore non si saranno messe in regola con gli standard comunitari. Un’ulteriore problema sarà il packaging, su cui dovrà essere riportato anche – ad esempio – se il prodotto contiene tracce di nickel. Oltre a indicazioni su provenienza, composizione, durata e scadenza. Insomma, per riprendere con la produzione di massa di inchiostri ‘sicuri’ ci vorrà molto tempo.

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Due eccezioni: il ‘blu15’ e il ‘verde7’, esclusi dal provvedimento perché in natura non esistono pigmenti alternativi. Ai produttori l’Unione Europea ha fornito una proroga di un anno per trovare una soluzione in materia. Una scelta dubbia secondo Arneodo: “Se il rosso arancione e giallo sono stati messi al bando in virtù del sospetto che facciano male alla salute, perché prorogare ancora il rischio?“.

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