Massimo Ferrero ha parlato dal carcere e chiesto i motivi per cui sarebbe dietro le sbarre invece che ai domiciliari, così come tutti gli altri indagati. L’ex presidente della Sampdoria è indagato in un’inchiesta per bancarotta della procura di Paola.
L’ex presidente blucerchiato Massimo Ferrero ha avuto un colloquio con i legali e si è lamentato della permanenza in carcere. Il vecchino numero uno della Sampdoria si trova attualmente detenuto nel carcere milanese di San Vittore con accuse molto gravi a suo carico. Nel frattempo si terrà oggi giovedì 9 dicembre 2021 alle ore 13:30 un interrogatorio nel quale Ferrero si avvarrà della facoltà di non rispondere.
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Gli avvocati vogliono prima leggere i documenti dell’inchiesta della procura di Paola, che arriveranno oggi tramite Pec per poi scegliere come muoversi in tal senso. “Perché i giudici non mi fanno stare ai domiciliari? Non ho nessuna intenzione di scappare. Se volevo, potevo far perdere le mie tracce quando stavo girando le puntate di Pechino Express“, si legge su Il Secolo XIX. Nel caso specifico, infatti, l’avvocato Ponti ritiene che l’unico motivo per tenerlo in carcere possa essere la reiterazione del reato, “possibilità che secondo noi non c’è“, ha commentato il legale al quotidiano ligure.
L’avvocato Giuseppina Tenga ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alle carte dell’inchiesta. “L’avviso di interrogatorio fissato a Milano è stato notificato martedì con cancelleria del Tribunale di Paola non accessibile per chiedere le copie di 15 faldoni“, ha commentato uno degli avvocati che difende Massimo Ferrero.
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Ferrero è stato arrestato, insieme ad altre persone, con l’accusa di aver sottratto dalle casse della società 740mila euro. Alcune intercettazioni con protagonisti persone vicine a Ferrero sarebbero al vaglio degli inquirenti. Si tratta di un “eccezionale commerciale ma anche il peggiore nemico di sé stesso“, recita un’intercettazione riferita a Massimo Ferrero da parte di un collaboratore.
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