Il report Istat sull’occupazione mostra dati positivi e negativi dell’attuale mondo del lavoro italiano. E’ ancora lunga la strada del recupero rispetto ai dati pre-pandemia, anche se gli ultimi mesi sembrano segnalare un timido recupero.
Duecentomila. E’ il numero dei posti di lavoro persi nel periodo compreso tra lo scoppio dell’epidemia di Covid-19 e oggi. Lo afferma l’Istat, che rileva oggi un tasso di occupazione del 58,6% nel nostro paese, pari a uno 0,1% in meno rispetto a febbraio 2020. In confronto a gennaio 2021 la crescita è però di circa 600mila unità, un dato trainato soprattutto dalla ripresa del lavoro dipendente.
Scende però anche il tasso di disoccupazione rispetto al pre-pandemia, che passa al 9,4% dal precedente 9,7%. In controtendenza rispetto a occupati e disoccupati è invece il numero degli inattivi, ovvero di chi non si definisce al momento in cerca di lavoro. La crescita per questo segmento è dello 0,4% rispetto a febbraio 2020, per un 35,2% totale. Un numero che spiega il calo del tasso di disoccupazione nonostante i 200mila posti di lavoro persi.
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Su base mensile, invece, a ottobre 2021 sono stati recuperati circa 35mila posti di lavoro rispetto al mese precedente. La crescita riguarda però solo gli uomini, in particolare lavoratori dipendenti, persone tra 15 e 24 anni e over50. Tra queste categorie, in 36mila hanno trovato un’occupazione. In totale, gli impiegati attualmente in Italia sono 22 milioni e 985mila. Su base annua, quasi il 70% della crescita complessiva degli occupati ha riguardato uomini, 271mila sulle 390mila nuove assunzioni complessive.
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Un dato positivo è invece quello per cui negli ultimi due mesi sono state assunte circa 140mila persone. La crescita riguarda però occupazioni molto spesso a termine: sono solo 20mila i nuovi occupati a tempo indeterminato rispetto a settembre 2021. Su base annua, si registrano 137mila nuovi lavoratori a tempo indeterminato e 384mila in più tra quelli a termine.
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