Omicron, allarme in Olanda: 61 positivi arrivati dal Sudafrica

La variante Omicron continua a spaventare. In attesa di dati più certi sulla sua contagiosità e sulla resistenza al vaccino, inquieta la crescente di diffusione a livello internazionale. In Olanda sono arrivati 61 positivi da un volo partito dal Sudafrica.

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Omicron, allarme in Olanda: 61 positivi arrivati dal Sudafrica

Sono sbarcate in Olanda, con un volo proveniente dal Sudafrica, 61 persone positive al Covid-19. Ancora da capire se dalla variante Omicron, all’attenzione delle istituzioni sanitarie internazionali per la sua elevata contagiosità. I 61 sono stati messi in quarantena in un hotel nei pressi dell’aeroporto di Schiphol, ad Amsterdam. Ma oltre ogni ragionevole dubbio, dopo lo sbarco in Belgio di una ragazza positiva alla variante al ritorno di un viaggio in Egitto e Turchia, Omicron è già arrivata in Europa.

E tanti paesi in tutto il mondo stanno fermando i voli dalla regione africana meridionale. Anche gli Stati Uniti si sono aggiunti all’elenco dove figura da ieri anche l’Italia, oltre a Israele, Emirati Arabi Uniti, Iran e Gran Bretagna. Nello stato di New York è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Una mossa preventiva in vista di un eventuale impatto della nuova mutazione del virus. Nel paese guidato dal presidente Joe Biden non sono ancora stati registrati pazienti infettati da Omicron, ha comunicato il Center for Disease Control.

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Omicron, ministero a Regioni: rafforzare tracciamento

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Omicron, ministero a Regioni: rafforzare tracciamento
La paura per il nostro paese, oltre che per le ricadute sanitarie, è che la nuova variante possa assestare un duro colpo alle prospettive di ripresa economica. In particolare nel settore turistico. Tremano soprattutto le amministrazioni locali regionali, già rassegnate all’ipotesi di ulteriori strette. Il ministero della Salute ha invitato i sistemi sanitari locali a rafforzare le operazioni di tracciamento, nell’attesa di ulteriori informazioni sulle caratteristiche della variante.
Si teme che l’elevato numero di mutazioni della proteina spike possa portare a un cambiamento significativo delle proprietà antigeniche del virus“, ha scritto intanto Gianni Rezza, direttore alla prevenzione del ministero della Salute, in una nota indirizzata alle Regioni. “Ma finora – prosegue Rezza – non sono state effettuate caratterizzazioni virologiche e non ci sono prove di modificazioni nella trasmissibilità, nella gravità dell’infezione, o nella potenziale evasione della risposta immunitaria“.
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