Sulle pensioni è rottura. Nell’incontro, durato quasi tre ore, tra Draghi e i Sindacati le distanze sono rimaste abissali. “Non mi aspettavo interventi tanto polemici”, ha commentato il Premier indispettito al termine del confronto.
Sulle pensioni non si arretra di un centimetro. Lo ha spiegato ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ai Sindacati, in un incontro durato quasi tre ore. Il Governo ha deciso di mantenere il punto, tanto che ha intenzione di inviare la Manovra già domani a Bruxelles. “Possiamo discutere di Quota 101, 102 o anche 102,5 ma il percorso progressivo verso il sistema contributivo non cambia. Indietro non torniamo, perché il sistema previdenziale retributivo ha creato delle vulnerabilità che tutti anche all’estero ci rimproverano”, ha dichiarato Draghi.
La trattativa termina con un nulla di fatto, le distanze rimangono incolmabili. Da un lato i Sindacati continuano a chiedere una riforma generale del sistema pensionistico. Dall’altro il Governo, fermo sull’idea di operare una transizione graduale verso la normalità. Leggasi Legge Fornero. Intanto la Lega continua a contrattare con il Ministro dell’Economia Daniele Franco un’uscita da Quota 100 che sia più morbida possibile. Con una fase di passaggio a Quota 101 e 102.
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“Non mi aspettavo un intervento tanto polemico, con 3 miliardi sugli ammortizzatori sociali e 8 sulla riduzione delle tasse, mi sarei aspettato un atteggiamento diverso. La Manovra è un pacchetto corposo di misure”. Questa la reazione di Draghi al leader della Uil Pierpaolo Bombardieri che lo aveva accusato di non dare risposte. Il Premier ha lasciato l’incontro, visibilmente irritato, per un impegno fissato in precedenza. Il confronto con i Sindacati, presieduto nel finale dal Ministro Brunetta, è proseguito per soli 10 minuti. Evidente che non ci fosse margine di manovra. La questione è praticamente chiusa. Gli unici dettagli da sistemare riguardano l’intesa da trovare con la Lega per la graduale uscita da Quota 100.
Il Governo non ha nessuna intenzione di trattare. Che siano Sindacati o Partiti poco importa. E l’annuncio di possibili mobilitazioni dei Confederali è stato accolto da Palazzo Chigi senza particolare preoccupazione.
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